La titolazione delle sequenze

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  1. Sweet•Penny
     
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    LA TITOLAZIONE DELLE SEQUENZE
    Vedi prima la divisione in sequenze.

    Proviamo ora a fornire per ciascuna delle sequenza un breve titolo.Questa operazione ci servirà per verificare se abbiamo compiuto una sensata suddivisione in sequenze: in linea di massima,ciò si verifica quando il "blocco" individuato può agevolmente essere riassunto in una breve frase con un verbo,un soggetto (talvolta collettivo) e pochi complementi.
    Se invece compaiono numerosi soggetti,se dobbiamo aggiungere nuovi complementi o cambia il verbo,vuol dire probabilmente che è cambiata l'azione,che si è verificato un mutamento di luoghi o di tempi e così via; sarà allora opportuno introdurre una diversa sequenza.

    La titolazione può essere fatta in due modi:

    1) Con una proposizione esplicita comprendente un soggetto,un predicato verbale e dei complementi;

    - Es: Un principe cercò vanamente in tutto il mondo una moglie che fosse una vera principessa.

    2) In stile nominale,ovvero esprimendo l'azione o l'evento con un sostantivo accompagnato dai necessari complementi.

    - Es: Vana ricerca da parte di un principe di una principessa da sposare.
     
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  2. Nicole Nketcha
     
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    Achille era un semidio, essendo figlio del mortale Peleo, re dei Mirmidoni di Ftia (regione nel sud-est della Tessaglia) e della nereide Teti. Zeus e Poseidone si erano contesi la mano di Teti fino a quando Prometeo (o, secondo altre fonti, Temi) profetizzò che la ninfa avrebbe generato un figlio più potente del padre. Per questo motivo essi dovettero rinunciare alle loro pretese e costrinsero Teti a sposare Peleo, giustamente convinti che il figlio di un mortale non avrebbe costituito una minaccia. Esiste una versione alternativa data da Le Argonautiche, nella quale Era allude alla resistenza e al rifiuto di Teti alle avance di Zeus, per rispetto al legame matrimoniale Era-Zeus. Nel poema incompleto Achilleide di Publio Papinio Stazio del I secolo, c’è una versione che non si trova in altre fonti, in base alla quale Teti, quando Achille nacque, lo immerse nel fiume Stige, per renderlo invulnerabile, tenendolo per un tallone: il bambino divenne così invulnerabile ad eccezione di quel punto, che non era stato immerso. Non è chiaro se questa versione di Stazio fosse nota in precedenza. In un’altra versione, citata nel Libro IV de Le Argonautiche, Teti, per rendere immortale il figlio, lo ungeva di giorno con l’ambrosia, mentre di notte, di nascosto da Peleo, ne bruciava le parti mortali del corpo nel fuoco per renderlo invulnerabile. Una notte, Peleo si svegliò e, vedendo il figlioletto agitarsi tra le fiamme, lanciò un urlo: Teti, adirata, gettò il bambino a terra e, veloce come il vento o come un sogno, se ne andò, immergendosi nel mare, senza fare più ritorno. Peleo, con l’aiuto del centauro Chirone, sostituì il tallone di Achille, rimasto ustionato, con l’astragalo (osso del tallone) del gigante Damiso, celebre per la sua velocità nella corsa: da qui l’appellativo di “piè veloce”con cui l’eroe viene anche denominato. Tuttavia nessuna delle fonti antecedenti Stazio fa riferimento alla sua invulnerabilità.
     
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1 replies since 12/10/2013, 11:57   3696 views
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